Affascinante piccola carta del mondo in proiezione ovale disegnata dal geografo Giovanni Antonio Magini e incisa all’acquaforte da Girolamo Porro per l’opera Geografia di Claudio Tolomeo pubblicata a Padova nel 1621 presso l’editore Galignani.
La fonte cartografica e la rappresentazione ovale è da ricondursi al modello di Abraham Ortelius che segue molto da vicino come si può notare per esempio, dalle grandi masse Terra Incognita e Terra Australis ai due poli. Arricchita da sei graziosi putti che soffiano il vento dalle direzioni principali.
Giovanni Antonio Magini (Padova, 13 giugno 1555 – Bologna, 11 febbraio 1617) è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la sua prematura del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 pagine, l’opera è corredata di 61 carte geografiche, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.