Australia con la divisione delle sue coste proposta dal Capitano Vetch

A fascinating map of Australia illustrating a scheme for dividing up Australia suggested by Captain James Vetch in 1838.

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Affascinante mappa dell’Australia, con un’enorme area nominata “Terra Incognita” che illustra lo schema di suddivisione territoriale dell’Australia proposto nel 1838 dal capitano James Vetch. L’interessante carta è tratta dalla più rara ed elegante opera di Francesco Celestino Marmocchi il Corso di Geografia Commerciale pubblicato a Genova nel 1858.

Nel 1838 le coste del continente australiano erano state ben definite dalle esplorazioni di James Cook, Matthew Flinders e Phillip Parker King. Per quanto riguarda l’interno dell’Australia invece, si sapeva ben poco, tranne che per l’area sudorientale che si estendeva da Moreton Bay a Victoria.
Già negli anni ’30 del XIX secolo erano state avanzate numerose proposte di suddivisione del continente australiano. La proposta del capitano James Vetch fu pubblicata dalla Royal Geographical Society nella rivista del 1838 e consisteva nel dare a ogni colonia un’area uguale, di possedere un tratto di costa marina con possibili siti portuali e di essere il più compatta possibile.
I confini delle colonie proposte furono definiti utilizzando linee di latitudine e longitudine. Questo metodo veniva generalmente utilizzato dagli amministratori coloniali quando non c’erano caratteristiche naturali, come fiumi e catene montuose, o perché l’esplorazione del Paese non era sufficientemente avanzata per sapere se c’erano caratteristiche naturali. Il vantaggio di questa proposta era l’uniformità. Lo svantaggio era la mancanza di punti di riferimento naturali. Sebbene i confini di Vetch non abbiano avuto successo, essi forniscono un’affascinante visione iniziale dell’evoluzione della comprensione del continente australiano.

Francesco Costantino Marmocchi (1805 – 1858) trascorse la fanciullezza in Maremma, dove il padre lavorava e dove ebbe ben presto modo di appassionarsi alla natura e di osservarla da vicino. Nel 1825 si trasferì a Siena e nel 1829 pubblicò la sua prima opera, Il regno animale descritto secondo le osservazioni de’ più celebri naturalisti.
Nel luglio 1830 Marmocchi conobbe Giuseppe Mazzini, di passaggio a Siena: si rafforzò così nei suoi convincimenti liberali e patriottici e nel 1831 fu tra i primi in Toscana ad aderire alla Giovine Italia. Nel luglio 1832 la polizia toscana operò un’ampia serie di arresti. Al Marmocchi furono sequestrate diverse carte compromettenti; sottoposto a numerosi interrogatori fece alcune ammissioni e fu condannato a undici mesi di reclusione da scontare nel carcere di Volterra. Costretto a scegliere tra il prolungamento del confino e l’esilio, optò per quest’ultimo e si portò a Napoli. Visse dapprima misero e ignoto, poi ottenne l’incarico di insegnante di geografia in un istituto cittadino. Da allora parve abbandonare le cospirazioni (anche perché sottoposto ad assidua sorveglianza) e si volse ai prediletti studi di geografia, segnalandosi con il Quadro della natura del barone Alessandro de Humboldt. Si trasferì a Firenze e lavorò con grande impegno a un Corso di geografia universale sviluppato in cento lezioni (I-III, Firenze 1840-43), che conobbe varie ristampe e per il suo stile vivace e chiaro riscosse notevole successo, soprattutto fra i giovani. Sullo stesso piano si colloca il Corso di geografia storica antica, del Medioevo e moderna in 25 studi divisi in 100 lezioni. Nel corso degli anni Quaranta Marmocchi si dedicò alla Raccolta di viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente fino ai dì nostri, con la quale proponeva al pubblico italiano una cospicua e sistematica serie di testimonianze di prima mano sulla realtà storica, geografica e antropologica dei continenti extraeuropei, in particolare dell’America centrale e meridionale.
Si stabilì a Bastia ove pubblicò nel 1850 una Geografia d’Italia in due volumi, a carattere divulgativo. Nel 1953 si trasferì a Genova e si dedicò febbrilmente ad altre opere di carattere geografico, quali il Corso di geografia commerciale in due volumi con atlante in folio di 50 tavole (Genova 1854-57). Lasciò incompiuto il Dizionario di geografia universale e la Descrizione geografica, cartografica e storica dell’Impero anglo-indiano, uscita a dispense a Torino a partire dal 1857 (continuata da G. Flecchia). Nel corso del 1858 si ammalò di epatite cronica e morì a Genova il 9 settembre dello stesso anno.