Brescia

An important view of Brescia drawn by Gaetano Gariboldi published in Milan by Antonio Vallardi in 1850. The view, one of the rarest and most sought-after depiction of the city, is centered on Piazza Loggia and shows in fine detail on the left the Duomo and on the right the Loggia. In the background the city in a lively and refined original colouring.

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Importante veduta di Brescia disegnata da Gaetano Gariboldi, incisa all’acquatinta da Luigi Cherubin e pubblicata a Milano da Antonio Vallardi nel 1850. La grande veduta, una delle più rare e ambite, è centrata su Piazza Loggia e mostra in bel dettaglio e tratto preciso a sinistra la mole del Duomo e a destra la Loggia mentre in secondo piano si distende la città e con lo sfondo della pianura, il tutto in una viva e raffinata coloritura originale. In elegante cornice d’epoca.

Luigi Cherubin, incisore milanese d’origine veneta, si specializzò nella realizzazione di vedute e panorami primeggiando nella tecnica dell’acquatinta. Oggigiorno il Cherubin rimane un artista poco noto, sull’attività del quale ancora non esiste uno studio specifico. Tra la rara produzione di Luigi Cherubin troviamo la Discesa in paracadute dalla Garnerin all’Arena di Milano (1824), un’opera che prendendo a pretesto un fatto realmente accaduto, servì all’incisore milanese per realizzare un panorama all’acquatinta del capoluogo lombardo; la particolareggiata veduta della Certosa di Pavia, il bellissimo foglio intitolato Veduta di Pallanza (1846); il Panorama di Bologna (1846), un esperimento dell’artista milanese che realizzò l’incisione in questione usando più immagini dagherrotipiche, ottenendo un eccezionale risultato; e la Veduta di Brescia (1850), incisa all’acquatinta dal Cherubin da un disegno del pittore Gaetano Gariboldi, il quale disegnò dal vero il bel panorama della città centrato su Piazza della Loggia. Non conosciamo esattamente la data della morte di Luigi Cherubini, ma possiamo collocare la data della sua scomparsa tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta del XIX secolo, visto che ogni traccia sul suo conto (comprese le date relative alle sue incisioni), scompare definitivamente nell’ultimo quarto dell’Ottocento.

Vallardi furono una famiglia di editori, librai e tipografi milanesi. La storia della casa editrice inizia nel XVIII secolo, quando Francesco Cesare Vallardi (1736-1799) cominciò la produzione di libri stampati in Contrada Santa Margherita e ne fece uno dei principali centri della vita culturale milanese.
I figli Pietro (1770-1819) e Giuseppe (1784-1861), intitolarono la ditta «Fratelli Vallardi» (1812) e si distinsero nel panorama editoriale per la pubblicazione di libri e stampe d’arte. I figli di Pietro, ossia Francesco (1809-1895) e Antonio (1813-1876), fondarono rispettivamente la «Casa Editrice dott. Francesco Vallardi» (1840) e la «Antonio Vallardi Editore» (1843); quest’ultimo pubblicando opere divulgative, scolastiche e di cartografia. I discendenti proseguirono le rispettive attività, finché nel 1970 la casa editrice “Antonio Vallardi” fu ceduta a Garzanti, mentre nel 1980 il marchio “Francesco Vallardi” venne acquistato dalla Piccin-Nuova Libraria.