Interessantissima carta geografica della provincia di Verona disegnata da Francesco Naymiller, incisa su acciaio da Pietro Allodi e pubblicata a Verona nel 1884 da Civelli all’interno dell’opera Idrografia Sotterranea nell’Alta Pianura Veronese del geologo Enrico Nicolis. La carta è una variante di quella contenuta nell’ Atlante Geografico d’Italia di Francesco Vallardi (basata su quella che Attilio Zuccagni-Orlandini aveva compilato per il suo lavoro Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia) dalla quale differisce per l’aggiunta in lastra dei corsi d’acqua sotterranei e relativi affioramenti e la sostituzione in basso sinistra della pianta topografica di Legnano con l’elenco dei segni convenzionali riferiti allo studio geologico-idrografico.
Enrico Nicolis (1841-1908) Nato a Verona, Nicolis ebbe un’intensa attività accademica e scientifica in campo geologico. Geologo per vocazione, associò alla propria attività industriale e commerciale un notevole interesse per le osservazioni geologiche, campo nel quale raggiunse una competenza non comune.
Membro della società geologica italiana, ne fu più volte consigliere ed ebbe parte importante nella preparazione del primo convegno estivo della giovane associazione, svoltosi a Verona nel settembre del 1882, sotto la presidenza del padovano Giuseppe Meneghini, professore universitario di geologia a Pisa.
Socio dell’Istituto geologico di Vienna, dal 1881 fu membro anche dell’Accademia delle scienze di New York e dell’Istituto geologico di Vienna, dal 1881 fu membro anche dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona, che pubblicò detta carta geologica e accolse nella propria rivista numerosi suoi scritti. Fu anche conservatore del Museo civico di Verona e direttore del museo della citata Accademia veronese (1182-1908) nonchè membro della Commissione provinciale di statistica di Verona. Radunò importanti collezioni geologiche e paleontologiche, tuttora conservate nel Museo civico di Storia Naturale di Verona, affiancate alla collezione Gazola, acquistata per suo suggerimento.
Il suo interesse scientifico fu rivolto quasi esclusivamente alla provincia di Verona. Riconoscendo l’importanza dei fossili per gli studi geologici, affidò a specialisti l’esame dei propri reperti paleontologici, ma fornì anche contributi personali, come gli studi sulle palme e sui coccodrilli di Bolca, o l’illustrazione di un mosasauro nella Scaglia rossa del Cretaceo superiore della Valpantena. Usò i fossili per studi stratigrafici sulla serie rocciosa terziaria del Monte Baldo e dei Lessini occidentali. Le sue ricerche di idrogeologia dei rilievi montuosi e della pianura veronese lo pongono in una posizione significativa nei risvolti pratici delle osservazioni geologiche. A lui si devono molte considerazioni originali sulla circolazione idrica nei terreni carsici del Monte Baldo dei Lessini, sugli acquiferi dell’alta pianura veronese e sulla risorgenza delle acque nella bassa pianura, anche in città (Basso Acquar), con riflessi utili per gli usi agricoli, per l’igiene delle acque potabili e per i rilevamenti catastali. Studiò le sorgenti termo-minerali di Sirmione, note già ai Romani, e di Caldiero. Illustrò anche i fenomeni glaciali e le colline moreniche attorno al lago di Garda, con i problemi idrogeologici connessi. Nicolis rimane un esempio di operosità e di amore per la natura e per la propria terra.
Le sue numerose pubblicazioni scientifiche gli fecero acquistare notorietà anche all’estero ed alcuni dei suoi lavori sulla geologia e sull’idrogeologia del Veronese sono ancora oggi fonte di preziose notizie, tanto da essere considerato l’autore del primo lavoro organico sulla Geologia e Idrografia del Veronese.