Importante carta geografica del territorio di Brescia pubblicata a Venezia nel 1655 da Stefano Scolari e preparata inizialmente da Andrea Bertelli nel 1595 della quale si conosce un unico esemplare conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. La carta, basata sulla prima fondamentale rappresentazione del territorio bresciano a opera di Cristoforo Sorte del 1560 e filtrata attraverso la carta del Forlani del 1574 è orientata con il nord a destra ed è delimitata da un margine graduato con una scala in miglia italiane. Da notare come, curiosamente, la freccia della rosa dei venti nell’angolo inferiore destro, indichi il sud, anziché il nord. Dettagliato e preciso risulta tutto l’impianto idrografico e apprezzabile è il posizionamento dei centri urbani sul territorio. L’orografia è ben riprodotta con i rilievi ombreggiati a destra molti dei quali etichettati con il proprio nome come il monte Guglielmo, Gaver, il Baldo nella sponda veronese, anche se non viene menzionato l’Adamello nonostante tutta la Valle Camonica sia ben dettagliata.
La genesi della stampa di questa incisione all’acquaforte e bulino di Andrea Bertelli, una delle sue pochissime rappresentazioni cartografiche, si può riassumere in quattro stati tutti molto rari:
I con data 1595 e l’indirizzo di Andrea Bertelli (ANNO XCV VENETIIS. Apud Andream Bertellum da Signum S.” Marci.) – Conosciuto in un unico esemplare –
II con data 1605 e l’indirizzo del Bertelli cancellato;
III con data 1655 e l’indirizzo di Stefano Scolari;
IV con data 1605 e l’aggiunta dell’indirizzo di Domenico Lovisa.
Resta da chiarire come mai il Lovisa, editore attivo nella prima metà del Settecento, abbia ristampato la carta del Bertelli riproponendo la data del 1605: possiamo soltanto supporre che l’editore veneto (non nuovo a ristampe di rami precedenti) non fosse a conoscenza della prima edizione del 1595 ed essendo venuto in possesso della lastra modificata dallo Scolari, decise di riproporre la data del 1605 per sottolineare che il suo non era un lavoro originale (a quel tempo sarebbe stato decisamente superato e maldestro), ma una semplice riproposizione del territorio di Brescia com’era conosciuto più di cento anni prima.
Stefano Mozzi Scolari nacque intorno al 1612 a Calvisano in provincia di Brescia. Il suo nome completo – “Stefano Mozzo detto Scolari” – indica che la famiglia adottò il soprannome Scolari, probabilmente per distinguersi nel mondo dell’arte e della stampa.
A partire dal 1644, Scolari si stabilì a Venezia, dove gestì la sua bottega situata in zona San Zulian, all’insegna delle tre Virtù, non lontano da Piazza San Marco. Fu uno dei primi a specializzarsi nell’editoria illustrata, dedicandosi esclusivamente alla riproduzione di stampe e incisioni, in particolare di carte geografiche e immagini che ritraggono la vita cittadina e eventi contemporanei.
Il suo lavoro consisteva sia nella ristampa di incisioni già esistenti (si servì dei rami di Bertelli, Valegio e Van Aelst curando, fra le altre, anche la riedizioni di importantissime carte come la Lombardia del Gastaldi, l’Italia di Greuter e di Magini, sia nella produzione di proprie opere, incluse stampe e mappe da lui disegnate, come il caso del suo opuscolo del 1677, intitolato Dichiaratione del Raccordo per beneficio delle lagune di Venetia, in cui illustrava le operazioni necessarie per la gestione delle acque.
la sua attività professionale si sviluppò a Venezia attorno alla chiesa parrocchiale di San Zulian, dove probabilmente visse dal 1642. Fu un membro attivo della corporazione “dei Pittori” tra il 1660 e il 1683 e partecipò regolarmente ai Capitoli della Scuola del Santissimo Sacramento di San Zulian tra il 1660 e il 1691.
Stefano Mozzi Scolari morì tra il 2 e il 7 giugno 1691 a Venezia e fu sepolto nella chiesa di San Zulian, in un sepolcro individuale – una scelta piuttosto singolare rispetto alla prassi comune dei membri delle Scuole, che spesso venivano interrati in tombe collettive. La sua attività editoriale proseguì dopo la sua morte grazie ai suoi eredi, che continuarono a gestire la bottega per diversi decenni.
Andrea Bertelli appartiene alla rinomata dinastia di librai, editori e calcografi originaria di Vobarno in Valsabbia, attiva sin dalla seconda metà del Quattrocento. Nato intorno alla metà del XVI secolo, dopo aver completato l’apprendistato nella bottega di famiglia, Andrea intraprese la sua attività a Venezia, città in cui la casata si era già stabilita e in cui il marchio “venetus” – indicante lo status di cittadino della Serenissima – fu ampiamente adottato, sebbene le radici della famiglia siano indiscutibilmente bresciane.
Il capostipite della famiglia, Ferdinando Bertelli, originario di Boarno di Salò (l’antico nome di Vobarno), si trasferì presto in laguna, aprendo nel 1561 una bottega “all’insegna di San Marco” dove operò principalmente come incisore e mercante di stampe.
Dopo la morte di Ferdinando intorno al 1574, la conduzione della bottega passò a Donato Bertelli, attivo a Venezia già dal 1559. Con la scomparsa di Donato nel 1594, Andrea Bertelli subentrò, assumendo la direzione della bottega situata “in Marzaria all’insegna di San Marco”.