Cenni sugli elementi che compongono una carta geografica antica Posted in: Antiche Carte Geografiche

Una carta geografica è lo strumento pratico per capire l’area oggetto della nostra osservazione: distanze, forme, confini, orografia, idrografia ecc… sono resi graficamente su una superficie piana per mezzo di segni convenzionali.
John Dee (1527-1609) filosofo, astronomo e navigatore aggiunse che oltre ad essere un’assistenza al viaggio, uno strumento di comprensione del territorio e memoria storica della trasformazione politica di una porzione di territorio, una carta geografica era anche uno straordinario oggetto decorativo.
Qui raccogliamo qualche veloce e non esaustivo esempio degli elementi più caratteristici e frequenti che contraddistinguono le antiche carte geografiche a stampa che a partire quindi dai primi anni del ‘500 accompagnano l’uomo raccontando l’evoluzione dell’ambiente in cui vive.

I cartigli

Il cartiglio ha lo scopo di presentare immediatamente la zona rappresentata attraverso il suo nome geografico. Quindi il titolo ma anche le fondamentali informazioni sull’autore della mappa, la fonte cartografica usata per l’opera, gli estremi editoriali con la data e il luogo di stampa ed eventualmente il “privilegio” una sorta di copyright per impedirne la replica e copia in altre produzioni editoriali.
La quantità di informazioni inserite (riferimenti storici, essenziali note per il lettore o viaggiatore, scala delle distanze) si basavano sull’importanza e al destino dell’opera ma il fatto di essere inserite semplicemente in calce o dentro ad elaborati ed eleganti cartigli era anche per il talento e l’estro degli artisti chiamati a disegnare le carte secondo i rilievi del cartografo.

Irlandiae Accurata Descriptio Auctore Baptista Boazio – J.B. Vrients – 1612

La rosa dei venti

Convenzionalmente siamo portati a leggere le carte geografiche con il nord in alto ma spesso, per esigenze di impaginazione negli atlanti, alcuni territori che si sviluppano in verticale venivano rappresentati orizzontalmente, da qui l’esigenza di inserire una rosa dei venti per permettere di individuare immediatamente l’orientamento geografico.U

Portugalliae Quae Olim Lusitania Vernando Alvaro Secco Autore Recens Descriptio
Gerard De Jode, Anversa 1578
la bella carta del Regno di Napoli di Abraham Ortelius edita ad Anversa nel 1574
visita il link al catalogo per ingrandire i più piccoli particolari

La scala delle distanze

per ridurre la misura reale sulla carta si usa come noto un valore numerico rappresentato da un segmento graduato. La scala è un rapporto quindi tanto più è piccola, tanto più il territorio rappresentato è vasto. Essendo le carte destinate ad essere lette da popoli diversi spesso la scala, ancora non uniformata in nessuno standard, veniva espressa (e disegnata graficamente) con valori diversi: miglia d’Italia, Leghe di Francia, Spagna, Alemagna, di mare e addirittura “di un’ora di cammino”.

Il bordo, margine graduato e reticolo geografico

Il bordo naturalmente è la linea di demarcazione che inquadra l’area di copertura geografica sulla mappa. Spesso coincide con la doppia linea graduata con l’indicazione della latitudine e longitudine che in ogni caso non tutti i cartografi avevano l’abitudine di inserire; ricordiamo infatti che lo scopo di molte produzioni cartografiche era quello di illustrare il mondo conosciuto e non necessariamente uno strumento tecnico. In qualche caso è presente anche una griglia o reticolo geografico: linee che uniscono gli stessi punti di latitudine e longitudine per meglio definire le coordinate di un punto sulla mappa.

Due carte geografiche in miniatura di Abraham Ortelius che raffigurato la campagna di Roma. Inizialmente disegnate con un semplice bordo a partire dal 1601 tutte le carte dall’atlante tascabile del cartografo fiammingo vengono pubblicate con il margine graduato e con l’indicazione della latitudine e longitudine.
A sinistra la carta dell’isola di Cipro di Johannes Blaeu del 1640 mentre a destra la medesima carta ripubblicata nel 1700 dagli editori di Amsterdam Schenk e Valk che avevano acquistato le matrici delle carte sopravvissute all’incendio della tipografia dei Blaeu. La differenza più evidente è appunto l’aggiunta dl reticolo geografico.

Gli elementi decorativi

Le carte geografiche possono essere anche belle, perché no? Gli elementi decorativi sono uno degli aspetti più curiosi e spesso interessanti in una carta. Mentre galeoni, imbarcazioni e mostri marini venivano inseriti per un puro aspetto pratico, per riempire zone vuote come il mare, altre figure avevano un aspetto più funzionale e servivano per completare le informazioni dell’opera. Infatti dopo le reminiscenze austere e classiche delle carte del ‘500, con l’avvento dei grandi cartografi fiamminghi del XVII secolo, i cartigli cominciano ad assumere un valore non solo altamente decorativo ma anche funzionale contemplando spesso figure allegoriche o che sottolineano visivamente le caratteristiche della nazione o dell’area rappresentata: cacciatori, navigatori, mercanti, indigeni ma anche flora e fauna accompagnano quindi il cartiglio del titolo per dare immediatamente l’idea della peculiarità del territorio. L’evoluzione in questo senso troverà il suo massimo esempio nelle carte tedesche del XVIII secolo: Seutter, Homann, Lotter cartografi di Norimberga porteranno l’apparato decorativo con funzione di compendio a un livello superiore.

I ricchissimi cartigli di Mattheus Seutter ci danno tutte le informazioni editoriali ma forniscono allo stesso tempo un primo veloce orientamento sull’ambiente, sugli usi e costumi della popolazione e sulle caratteristiche produttive della zona rappresentata.
La bellissima carta dell’Islanda di Abraham Ortelius decorata con i famosi mostri marini ripresi dalla tavola di Sebastian Munster del 1545.
L’Atlas Major edito nella metà del ‘600 è il risultato dell’immenso lavoro della famiglia di cartografi ed editori Blaeu ed è riconosciuto unanimamente come uno dei momenti più alti nella storia della cartografia. Le circa 600 carte geografiche che lo compongono sono tutte incise con tratto raffinatissimo e arricchite da splendidi cartigli, riferimenti araldici e dalla raffinata calligrafia in corsivo.
Novam Hanc Territorii Francofurtensis Tabulam – J. Blaeu – 1640
Questa celebre mappa raffigura il territorio di Francoforte sul Meno ed è dedicata dal Blaeu a “I signori più nobili, magnifici e più prudenti, lo sceriffo, i borgomastri, gli assessori e i consiglieri di questa famosa città e repubblica di Francoforte, i più illustri, i più amichevoli e la maggior parte degli uomini incorruttibili, a questi loro protettori del Signore, con umile riverenza “. Questa celebre mappa è l’esempio più famoso di araldica legata alle carte geografiche: se da un lato ha il compito di integrare le informazioni storiche a quelle geografiche dall’altro sembrano piuttosto una sorta di ringraziamento e servilismo.

Gli inserti

i riquadri inseriti nelle carte possono essere approfondimenti del territorio in esame come per esempio visualizzare piante e vedute delle sue città principali oppure figure di personaggi in abiti tipici ma permettono anche di inserire territori e possedimenti al di fuori della zona rappresentata. Questi ultimi inserti sono delle vere e proprie carte con il proprio margine graduato, cartiglio con il titolo, legenda ecc..

Un vero trionfo di inserti è questa mappa di Romeyn de Hooghe – Carte Nouvelle De La Mer Mediterranee ou sont Exactement Remarques tous les Ports, Golfes, Rochers, Banks, de Sable – pubblicata ad Amsterdam presso Pierre Mortier nel 1694
Negli atlanti antichi solitamente la Sicilia appare, per importanza, con una mappa dedicata ma in alcuni casi è inserita in un riquadro nelle carte dell’Italia come in questa rappresentazione della penisola – L’Italie Divisee en ses estats – di J.B. Nolin del 1695
La carta della Sicilia di Tobias Lotter pubblicata ad Augsburg nel 1750 – Mappa geographica totius insulae et regni Siciliae – presenta, come spesso accade, l’inserto con una seconda mappa completa di cartiglio, legenda e margine graduato, dedicato all’isola di Malta: Carte particuliere de Malte et des Isles voisines

Annotazioni, rotte, spiegazioni

L’età aurea della cartografia antica coincide gioco forza con quella, affascinantissima, dei viaggi e delle esplorazioni quindi rotte, passaggi, scoperte, note e credenze sono spesso riportate sulle mappe.

Il titolo di questa carta del 1742 di Guillaume De l’Isle, geografo dell’Accademia reale di Francia ci spiega che la zona rappresentata è disegnata sugli ultimi rilevamenti e basata su osservazioni dirette degli esploratori: “Carte du Paraguay, du Chili, du Detroit de Magellan &c. Dressee sur les descriptions des PP. Alfonso d’Ovalle, et Nicolas Techo, et sur les relations et memoires de Brouwer, Narbouroug … Par Guillaume De l’Isle, Geographe de l’Academie Royale des Sciences. Sulla carta sono riportate le rotte seguita dagli esploratori una, molto interessante, quella di Amerigo Vespucci che apprdò a Buenos Aires.
Amerigo Vespucci è stato un navigatore, esploratore e cartografo italiano, dapprima cittadino della Repubblica fiorentina e poi suddito del Regno di Castiglia dal 24 aprile 1505.
Navigatore e profondo studioso dei mari, durante i suoi viaggi esplorò gran parte delle coste orientali del Sud America. Fu tra i primi sostenitori dell’idea che Cristoforo Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta occidentale per raggiungere l’Estremo Oriente per mare. Nel 1501 prese parte a una spedizione comandata da Gonçalo Coelho. La spedizione si fermò alcuni giorni nelle isole di Capo Verde, e venne in contatto con le navi di Pedro Álvares Cabral, esploratore portoghese di ritorno dal suo viaggio in India.
La spedizione di Coelho raggiunse successivamente le attuali coste brasiliane, entrò il 1º gennaio 1502 in una baia meravigliosa che fu nominata Rio de Janeiro.

Vincenza Coronelli, vulcanico cartografo francescano attivo a Venezia nella seconda metà del ‘600, è largamente considerato come uno dei massimi esponenti nella storia della cartografia, non solo per il suo stile unico e l’attendibilità delle sue carte, ma anche per il piacere che aveva nell’aggiungere nelle mappe annotazioni, fatti storici e curiosità. Avevo già parlato di una sua carta in passato: la bella mappa delle Canarie infatti è una di quelle che racchiude tutti gli aspetti distintivi del Coronelli e un ottimo esempio di “note e curiosità” legate ad una rappresentazione geografica.

carta geografica canarie
Isole Canarie – Vincenzo Coronelli – Venezia, 1690
Ecco che Coronelli ci fa notare come Plinio conoscesse Madeira come “Cerne Atlantica” e da Tolomeo come “isola di Giunone”
Il “Capo de Non” così chiamato dai francesi perché “non” si passa!